5 dicembre 2017

Sardegna - Donne al potere, sempre più corrotte

La storia della benzina utilizzata per raggiungere il Consiglio regionale e per gli spostamenti di rappresentanza non ha convinto il giudice. Spendere 81mila euro, che per legge dovevano destinati all’attività politica, non è altro che un reato.
E per questo l’ex sottosegretaria alla Cultura, Francesca Barracciu, è stata condannata a 4 anni per peculato dal giudice del Tribunale di Cagliari. 
Francesca Barracciu, con un passato da europarlamentare, diventata famosa per una serie di polemiche scatenate via social con attori e altri personaggi che la deridevano proprio per l’inchiesta che oggi si è chiusa con la condanna in primo grado. 
Dall’incarico di sottosegretaria, la Barracciu si era dimessa a ottobre del 2015, poco dopo la conclusione dell’udienza preliminare che aveva sancito il rinvio a giudizio. L’accusa nei suoi confronti era quella di aver utilizzato indebitamente 81mila euro stanziati dal Consiglio regionale della Sardegna per l’attività dei gruppi.
In tribunale, Francesca Barracciu si è sempre difesa con la stessa spiegazione:
Ho speso quei soldi per la benzina, per spostarmi dal mio paese e svolgere l’attività politica.
Una spiegazione che non ha convinto il pubblico ministero, che aveva chiesto una condanna a cinque anni, e neppure i giudici che oggi le hanno inflitto una pena di quattro anni. 
L’avviso di garanzia a Francesca Barracciu era arrivato quando in Sardegna si stava decidendo il nome del candidato governatore. Lei aveva già vinto le primarie, ma il suo partito (il Pd) aveva preferito sostituirla con Francesco Pigliaru. Lei si era opposta con tutte le forze e alla fine aveva ottenuto un risarcimento: l’incarico di sottosegretario nel governo Renzi.

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