14 gennaio 2016

Latina - La ex dirigente Croce Rossa condannata a risarcire un milione e mezzo di euro

Una gestione dissennata del denaro pubblico ha portato all’inevitabile tracollo del servizio di pronto soccorso nel territorio di Latina e provincia.
La Corte dei conti del Lazio ha condannato Marinella D’Innocenzo, che è stata al vertice della Croce rossa italiana e dell’Azienda regionale emergenza sanitaria, a risarcire la Croce Rossa Italiana: dovrà sborsare 1.533.312.
Le somme impegnate ed erogate annualmente sono state di gran lunga inferiori ai costi realmente sostenuti dal Comitato provinciale Cri di Latina, il quale, per garantire tutti i servizi di pubblica necessità, ha dovuto chiedere al Comitato centrale numerose anticipazioni di cassa, iniziando, fin dal primo anno dall’entrata in vigore della convenzione, a registrare un inevitabile disavanzo finanziario che si è ripetuto negli anni successivi, fino al 2009 quando, in occasione della scadenza della convenzione, «i vertici protempore di Cri e Ares, rispettivamente Monti e D’Innocenzo – si legge nella sentenza dei giudici contabili – hanno di fatto prorogato la convenzione e prolungato arbitrariamente la durata di tutti i contratti di lavoro, nonostante fossero a conoscenza della situazione di inadeguatezza dell’introito pattuito che rimaneva, però, per i successivi anni, del tutto invariato».
«Componente essenziale del danno erariale sono gli oneri derivanti dall’assunzione di ben 62 dipendenti con contratto a tempo determinato da parte dell’ente provinciale Cri di Latina che, quindi, si è trovato nella necessità di far fronte a un costo elevatissimo di personale».

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