14 dicembre 2015

Bari - La dottoressa, "a tempo pieno" al Policlinico, visitava anche privatamente

Su richiesta del dott. Claudio Pinto, della Procura della Repubblica di Bari, il G.I.P. del Tribunale del capoluogo, dott. Sergio Di Paola, ha emesso un’ordinanza di sospensione dai pubblici uffici per nove mesi, e disposto il sequestro preventivo di beni immobili per un controvalore di oltre 120.500 euro, nei confronti della prof.ssa Marina Musti - medico del lavoro e titolare della “Cattedra di Medicina Preventiva dei Lavoratori e Psicotecnica” presso l’Università di Bari, nonché direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina del Lavoro presso il Policlinico di Bari - indagata per i reati di truffa aggravata e falso.
Dalle attività investigative – eseguite anche con perquisizioni locali, acquisizioni di documentazione utile e assunzione di informazioni da persone in grado di riferire - era emerso, infatti, che la prof.ssa Musti, omettendo di comunicare all’Amministrazione di appartenenza l’esercizio di attività professionale privata (quale medico del lavoro) presso importanti gruppi bancari, assicurativi e commerciali, induceva in errore la propria Università, ottenendo – nonostante il contestuale esercizio privato della professione sanitaria non autorizzata – l’indebita corresponsione degli emolumenti stipendiali aggiuntivi previsti per i docenti che optavano per il rapporto lavorativo “a tempo pieno”.
La frode, continuata per diversi anni (dal 2009 al 2014), ha così fruttato emolumenti indebiti per oltre 120.000 euro (al netto delle imposte e dei contributi). Circa 3.000 le “visite” professionali svolte, in modo illegittimo, accertate dagli investigatori.
Si è inoltre riscontrato come la prof.ssa Musti in vari casi abbia registrato la propria falsa presenza in servizio presso l’Università, alterando documenti pubblici come i “registri delle attività didattiche” della Facoltà di Medicina e Chirurgia, mentre in realtà era a Milano per svolgere le sue private attività professionali.
L’attività veniva svolta per conto della società di famiglia - Ergocenter srl con sede in Bari - di cui la docente è risultata socia al 50%.

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