7 ottobre 2015

Ivrea (TO) - L'avvocatessa che si faceva le sentenze da sola


È accusata di avere falsificato una sentenza del tribunale, per l’affidamento di un minore, mettendo nei guai un uomo separato dalla moglie. A processo ex avvocata di Ivrea, Carla Maria Evelina Gillio-Meina, 51 anni, residente a Burolo, difesa da Giampaolo Zancan.
L’imputata è accusata di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità in foglio firmato in bianco. In particolare, per favorire un proprio assistito in una causa per l’affidamento del figlio, la Gillio-Meina avrebbe creato una falsa ordinanza con data del 20 marzo 2009 nella quale il tribunale di Ivrea avrebbe concesso al padre la possibilità di trascorrere, in assenza di un accordo, tre giorni col figlio dall’uscita della scuola fino alle 21. A questa avrebbe poi aggiunto un falso provvedimento giurisdizionale del tribunale dei Minori di Torino, dove il giudice affidava i figli della coppia all’uomo. Infine un ulteriore falsa ordinanza della corte d’Appello di Torino, in seguito al ricorso presentato dalla ex moglie del suo assistito, dove si ribadiva come il padre aveva diritto all’affidamento.
Queste false attestazioni hanno prodotto delle conseguenze gravissime. Il padre, infatti, convinto di avere le carte in regola per vedere i figli li ha portati con sé fino a quando la madre, preoccupata, non ha fatto intervenire i carabinieri. A quel punto, quando l’uomo ha mostrato le carte di cui era in possesso, il castello di carte false sarebbe crollato.
L’imputata, inoltre, non avrebbe esitato a impadronirsi, come sostiene l’accusa, di un foglio firmato in bianco datole da una collega che difendeva la madre nella causa di separazione. Con quel foglio, a firma della collega, avrebbe formato un documento a favore del suo assistito.

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