10 ottobre 2014

Forlì - Falso studio commercialista: madre e figlia truffano per un mln di €

Ammonta ad oltre un milione di euro la serie di truffe messe in atto dalla titolare del centro servizi per le imprese, visitato dalla Guardia di Finanza di Forlì dopo il blitz delle telecamere di Striscia la Notizia.
L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Marilù Gattelli, è iniziata dopo alcune denunce pervenute da ignari clienti che, pur avendo sempre regolarmente pagato la titolare dell'attività, 58 anni, si sono ritrovati avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate o, ancor peggio, il pignoramento di beni da parte di Equitalia.
La 58enne è accusata di truffa, appropriazione indebita, falso ed esercizio abusivo della professione, insieme alla figlia e socia, 37 anni, e una delle dipendenti, 65 anni.
Le Fiamme Gialle chiariscono che le indagate "ricevevano le somme dai clienti, ma non le versavano poi all’erario, o ne versavano solo una parte. Ai primi avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate creavano di propria iniziativa delle istanze di rateazione, tenendo all’oscuro i clienti, dei quali falsificavano anche la firma".
"In alcuni casi - illustrano gli inquirenti - ottenevano la fiducia del cliente facendosi rilasciare apposite deleghe finalizzate ad assolvere tutte le pratiche contabili dell’azienda, sia per ricevere comunicazioni dagli enti che per eseguire tutti gli adempimenti nei confronti del Fisco ed Equitalia, qualora la procedura fosse già arrivata alla fase di riscossione.
Lo scopo era quello di impedire o comunque ritardare il più possibile che i clienti venissero a conoscenza del mancato versamento delle imposte. Quando qualche cliente chiedeva chiarimenti in merito a cartelle esattoriali, le indagate le attribuivano a errori del fisco o a cartelle pazze".
Le attività di perquisizione sono state eseguite quando era giunta la notizia che vi era stato l’interessamento alla vicenda della nota trasmissione satirica “Striscia la Notizia”, per cui vi era il fondato pericolo che potessero essere disperse importanti fonti di prova. Quando gli investigatori si sono presentati nello studio, parte della documentazione era già stata portata via dagli appositi contenitori e in parte strappata, distrutta o gettata nei cestini.
Oltre al centro di elaborazione dati, che è stato posto sotto sequestro, sono state perquisite le abitazioni private delle indagate, dove è stato trovato e sequestrato altro materiale utile al prosieguo delle indagini. "Allo stato - evidenziano gli investigatori - sono stati individuati circa una ventina di clienti che hanno denunciato la truffa. L’ammontare esatto degli importi di cui le indagate si sono indebitamente impossessate è ancora in corso di quantificazione. Sarà necessario, infatti, per ogni cliente calcolare le somme effettivamente versate mediante gli F24 e quelle indebitamente trattenute. Al momento l’ammontare della truffa già supera di molto il milione di euro".
La titolare del centro servizi, infine, dovrà rispondere anche di aver esercitato abusivamente una vera e propria attività di commercialista, quando era in possesso solamente di un diploma di scuola media inferiore e, quindi, non avrebbe mai potuto ottenere l’iscrizione all’albo. Tuttavia, teneva in bella vista nello studio una pergamena di laurea honoris causa rilasciata dalla Walker University del Nevada (Stati Uniti).

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