25 giugno 2014

Liguria - Donne in politica, sempre più corrotte

Dall’Italia dei valori agli arresti nell’inchiesta sulle «spese pazze» in Liguria. Vestiti, viaggi, profumi, capi d’abbigliamento. Persino «Gratta e vinci». Tutto con soldi pubblici.
Le due consigliere regionali Marylin Fusco e Maruska Piredda sono state arrestate e messe ai domiciliari, dalla Guardia di finanza per una ipotesi di peculato relativa alle spese effettuate nel 2012 con i soldi del gruppo dell’Idv, di cui facevano entrambe parte.
Piredda è stata convocata negli uffici della Finanza a Genova e arrestata in esecuzione di una misura di custodia emessa dal gip di Genova. È stata trasferita nella sua casa di Milano. Fusco è agli arresti domiciliari a Montecatini.
Marylin Fusco nel maggio 2010 viene eletta consigliere regionale e successivamente nominata vicepresidente della giunta regionale Assessore all’Urbanistica. Nel novembre del 2012 aderisce a «Diritti e Libertà” diventandone capogruppo in consiglio.
Maruska Piredda invece era la «pasionaria» hostess precaria dell’Alitalia che aderì all’Italia dei Valori; nel febbraio 2009 è stata candidata con Idv alle elezioni europee, senza successo, dello stesso anno per il collegio Nord Ovest.
Spese di fondi destinati ad attività politiche effettuate per pranzi, viaggi in taxi, cibo per animali, biancheria, acquisti vari sono contestati a Fusco e Piredda. «Spese pazze» relative agli anni 2010-2011-2012. Parte delle spese che sarebbero state effettuate illegalmente sono state menzionate dalle due indagate in conversazioni telefoniche intercettate. Le contestazioni nei loro confronti riguardano anche le attività svolte come consigliere.
Alla Fusco viene contestato il fatto di avere speso i contributi destinati alle attività politiche per acquistare penne, usb, portachiavi, registratori, agende, accessori da scrivania, portafogli, cartelle, zaini, materiale da cancelleria non rinvenuti presso la Regione Liguria. Risultano viaggi Genova-Roma e Roma-Genova rendicontati due volte , spese di ristorazione e di trasporto non inerenti l’attività istituzionale. Spiccano varie spese per taxi utilizzati per recarsi in un centro estetico, per andare a cena insieme al marito e a un’amica.
Alla Piredda sono contestate, tra le altre, spese per cibo per animali, biancheria, sanitari, articoli di cancelleria, capi di abbigliamento, parrucchiere, gratta&vinci, lavanderia, calzature, parafarmaci, penne Montblanc, libri, profumi, borse, tessuti da arredamento. Alla consigliera vengono anche attribuiti pranzi con un’amica, con la figlia e con il marito.

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