3 dicembre 2013

Isola Capo Rizzuto (KR) - La pasionaria antimafia avrebbe preso voti dalla 'ndrangheta

E’ sempre stata in prima fila contro la ‘ndrangheta. La stessa ‘ndrangheta a cui, adesso, viene accostato il suo nome.
Carolina Girasole, ex sindaco di Isola Capo Rizzuto dal 2008 al 20013, è agli arresti domiciliari con l’accusa di essere stata eletta grazie a voti sporchi, in cambio dei quali avrebbe garantito favori della ‘ndrina Arena: una delle cosche più potenti all’interno dell’organizzazione, estesa in altre regioni italiane e all’estero.
La Girasole, secondo le Fiamme Gialle, in cambio dei voti sarebbe stata accomodante nei confronti della cosca e di un terreno di 78 ettari nella disponibilità della famiglia sequestrato nel 2005, e confiscato nel 2007. In particolare gli Arena garantirono 1.350 voti per l’elezione a sindaco di Isola Capo Rizzuto.
E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari distrettuale di Catanzaro, Abigail Mellace, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Salvatore Curcio. Nelle oltre cinquecento pagine il giudice evidenzia che ci fu un accordo tra Franco Pugliese, marito di Carolina Girasole, con Massimo e Pasquale Arena, figli del boss Nicola Arena, per “ottenere voti effettivamente reperiti ed assicurati dalla cosca in misura di almeno 1.350″.
Il patto tra la cosca e l’allora sindaco era finalizzato a “futuri favoritismi – prosegue il giudice – ed agevolazioni in favore della consorteria di ‘ndrangheta da parte del sindaco e della sua amministrazione”. Favori che si concretizzavano attraverso un’attività amministrativa apparentemente lecita e “sapientemente guidata, nell’assicurare alla cosca Arena non solo il mantenimento di fatto del possesso dei terreni confiscati a Nicola Arena, quanto la loro coltivazione a finocchio e la relativa raccolta dei prodotti inerenti all’annata agraria 2010″.
L’ipotesi di reato è corruzione elettorale in occasione delle elezioni amministrative del 2008.
Nei cinque anni precedenti, la Girasole aveva incentrato il suo mandato contro la criminalità organizzata. Per questo venne accomunata ai primi cittadini di Monasterace e Rosarno, Maria Carmela Lanzetta ed Elisabetta Tripodi (la prima non è più in carica), insieme alle quali aveva partecipato a numerose manifestazioni antimafia.

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