22 maggio 2013

Reggio E. - Avvocatessa inventa di essere vittima di stalking per un quarto di secolo

Un'avvocatessa reggiana si sarebbe inventata di essere oggetto di stalking e aggressioni (una delle quali sarebbe sfociata in violenza sessuale) per un quarto di secolo, depositando una serie di denunce in diverse province. Al termine delle indagini i carabinieri l'hanno denunciata per simulazione continuata di reato. La donna aveva perfino sostenuto di avere subìto un'aggressione compiuta da un uomo travistato con una maschera simile a quella del filmScream. 
La donna aveva raccontato agli inquirenti di aver ricevuto, da diverso tempo, lettere anonime a mezzo posta dal contenuto inequivocabilmente minaccioso. Dopo anni di indagini, i militari reggiani hanno scoperto che i fatti denunciati per anni erano completamente inventati. Le minacce e le aggressioni che avrebbe subìto non hanno trovato riscontri nel lavoro svolto in merito e basato su servizi di osservazione, pedinamento e le loro indagini tecniche. Gli unici riscontri acquisiti sono state le localizzazioni di alcune cabine telefoniche nel reggiano da cui sono partite le chiamate ricevute sul cellulare della professionista. 
La svolta investigativa è avvenuta grazie alle verifiche di laboratorio su tutte le lettere anonime ricevute (sia quelle recenti che quelle risalenti alla fine degli anni '80). In alcune di queste il perito di parte, nominato dal sostituto procuratore Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta, ha evidenziato il dna dell’avvocatessa recuperato sotto a un francobollo utilizzato per spedire una delle tante lettere dal contenuto minaccioso. Questo ha fatto scattare l’iscrizione nel registro degli indagati della professionista per simulazione di reato continuata.
http://www.reggionline.com/notizie/2013/05/22/stalking-avvocatessa-nei-guai-per-simulazione-di-reato_34404

Ha denunciato di essere vittima di aggressioni – compiute da un uomo travisato con maschera simile a quella utilizzata nel film Scream ndr -, in un caso sfociata in violenza sessuale, minacce e molestie ripetute sin dall’anno 1989, ed inoltre, di ricevere, da diverso tempo, lettere anonime a mezzo posta dal contenuto inequivocabilmente minaccioso.
Oggi, grazie alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia, coordinati dalla procura reggiana, si è scoperto che i fatti denunciati per anni erano completamente inventati.
È accaduto a Reggio Emilia dove una nota avvocatessa da anni denunciava ripetute minacce e aggressioni da parte di un misterioso stalker, che i servizi di osservazione, pedinamento e le indagini tecniche dei Carabinieri non avevano permesso di identificare. Gli unici riscontri acquisiti, in questi anni di indagini, sono state le localizzazioni di alcune cabine telefoniche, ubicate in provincia, da dove sono partite le chiamate moleste ricevute sul cellulare della professionista reggiana.
La svolta investigativa grazie alle indagini scientifiche. I Carabinieri del Nucleo Investigativo infatti trasmettevano, per le dovute verifiche di laboratorio, tutte le lettere anonime ricevute (sia quelle recenti che quelle risalenti alla fine degli anni ’80 ndr). In alcune di queste lettere il perito di parte - nominato dalla D.ssa Valentina Salvi, sostituto titolare dell’inchiesta - ha evidenziato il DNA dell’avvocatessa recuperato sotto il francobollo utilizzato per spedire una delle tante lettere dal contenuto minaccioso.
Questa circostanza, congiunta alle attività investigative condotte in oltre due anni di indagini, ha di fatto comportato l’iscrizione nel registro degli indagati della professionista reggiana accusata di simulazione di reato continuata.

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