10 aprile 2013

Cosenza - Poliziotta intascava i soldi degli orfani

Un`assistente di polizia, Maria Regina Elia, 46 anni di Maratea, è stata arrestata dalla squadra mobile della città dei Bruzi con l`accusa di truffa aggravata, peculato aggravato e falso ideologico.
La donna – attualmente in servizio nella Questura di Cosenza, all'epoca dei fatti assistente capo con funzioni di responsabile dell'ufficio assistenza - avrebbe intascato una parte dei sussidi che il ministero dell'Interno eroga ai dipendenti o ai familiari dei dipendenti della Polizia di Stato che rientrano in particolari categorie. In particolare – secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Maria Francesca Cerchiara e svolte dalla Mobile – Maria Regina Elia si sarebbe appropriata di somme di denaro assegnate dal Fondo assistenza a figli orfani e/o malati cronici del personale della Polizia di Stato, per un totale accertato di circa 45mila euro, in un arco di tempo che va dal 2002 al 2012. 
Le verifiche sono partite dopo una denuncia, presentata il 27 novembre 2012, dalla vedova di un appartenente alla Polizia e madre di due bambini rimasti orfani. Dall`esposto emergeva che l`arrestata, in qualità di responsabile dell`ufficio assistenza della Questura alla quale era specificatamente attribuita la funzione di assegnare i fondi del Servizio assistenza per gli orfani, si era illegittimamente appropriata di consistenti somme di denaro erogate dal ministero dell'Interno a favore della denunciante. 
A seguito di approfondite indagini è venuto fuori «un quadro indiziario – è scritto in una nota della Procura – di notevole pregnanza e incisività, univocamente dimostrativo di un'attività illecita posta in essere dalla Elia in modo reiterato, abituale e sfrontato, in spregio alle più elementari norme anche morali, che dimostrava inequivocabilmente la pervicacia con la quale l'indagata era riuscita a strumentalizzare il proprio ruolo e la propria funzione al fine di perseguire personali scopi di indebito profitto». 
Condotte analoghe a quelle riscontrate nella denuncia – affermano gli inquirenti – venivano accertate rispetto ad altri beneficiari, in relazione ai quali è stata acquisita la necessaria documentazione bancaria e quella del ministero che attestavano l'illegittima appropriazione di consistenti somme da parte della Elia ai danni delle vedove e degli orfani di agenti della polizia. 
Ai fini delle indagini si sono rivelati utili anche i documenti acquisiti nella Questura di Cosenza e in particolare i prospetti annuali relativi ai Piani Orfani inviati dal ministero, dai quali emergeva la mancanza di firme per ricevuta da parte dei beneficiari. In questo modo è stato possibile confermare la circostanza riferita da tutti i beneficiari, ascoltati dagli inquirenti, secondo i quali quando la donna consegnava i soldi non faceva sottoscrivere alcuna ricevuta nonostante fosse necessario rilasciarla. 
«Dal complesso degli elementi raccolti – è scritto inoltre nella nota della Procura – emerge con chiarezza la gravità del comportamento dell'indagata che, intenzionalmente e con estrema disinvoltura, ha perseverato per oltre dieci anni nella propria condotta illecita senza essere inibita né colta da resipiscenza, nonostante le gravi e dolorose vicende familiari che avevano colpito i propri colleghi, di cui era personalmente a conoscenza e dei quali ha dolosamente approfittato».
Maria Regina Elia è stata portata nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

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