Entrava negli ospedali di Reggio Emilia e Correggio, timbrava e sovente usciva
per svolgere la propria professione di ginecologa nei suoi ambulatori, uno dei
quali in via Monte San Michele, la stessa nella quale ha sede l'Ausl
reggiana.
I fatti risalgono a circa due anni fa: scoperta nel 2010
dall'azienda, che aveva inoltrato la segnalazione alla guardia di finanza, la
professionista 47enne è stata filmata e pedinata dai militari che hanno raccolto
prove inappuntabili e le hanno fornite al sostituto procuratore Maria Rita
Pantani, che ha chiuso le indagini denunciandola per truffa ai danni dello Stato
(in questo caso l'Ausl) e falsa certificazione o attestazione di presenza. Nel
concreto, per oltre un anno e mezzo la donna è stata ripresa grazie a telecamere
poste all'ingresso dei due nosocomi mentre entrava, timbrava e usciva per
recarsi nei suoi ambulatori dove riceveva le pazienti in privato.
Sulla questione l'Ausl ha
reso nota la propria posizione a mezzo comunicato stampa: "La direzione generale
informa che il caso è noto da tempo all’azienda, che ha garantito la
riservatezza dovuta a una vicenda per la quale era in corso un procedimento
giudiziario da parte della procura, a seguito di accertamenti condotti dalla
guardia di finanza. Come la legge prevede, nel frattempo è stato tempestivamente
attivato un procedimento disciplinare nei confronti della professionista la
quale si è dimessa dall’incarico e non è più dipendente di questa azienda".
L'Ausl, lo ricordiamo, non potrà costituirsi parte civile nel
patteggiamento.