31 ottobre 2012

Palermo - Un figlio "choosy" suicida: il padre denuncia la Fornero

11 luglio 2013 - La riforma Fornero delle pensioni, secondo la Ragioneria di Stato, ha prodotto 314.576 esodati, di cui solo 130mila sono stati salvaguardati nel raggiungimento della pensione. La denuncia parla di risarcimento dovuto e di danno psicologico da patema d’animo.
I non salvaguardati sono 184.500 e proprio da loro è partito l’esposto contro la ministra.  Si sono costituiti in comitati e hanno presentato a nome delle persone giuridiche la denuncia alla ministra.
Sulla denuncia ha invece spiegato tutto Francesco Flore, portavoce dei Contributori Volontari: “Sono serviti sei mesi per mettere assieme i documenti, tra cui i certificati medici di tanti esodati che hanno sofferto di patologie psicologiche derivanti dall’enorme stress subito”.
Ci scrivono: “La riforma Fornero delle pensioni, è ormai di pubblico dominio, era finalizzata a fare cassa immediata e ha finito per stravolgere la vita di centinaia di migliaia di persone. Si tratta di un procedimento giudiziale prima di tutto di natura dichiaratamente etico-morale, ed è importante sottolineare che gli attori in giudizio chiedono un simbolico risarcimento danni di 10.000 euro ciascuno, che sarà quasi totalmente devoluto ad una costituenda associazione senza fini di lucro, con il fine di sostenere le famiglie indigenti dei colpiti dalla riforma previdenziale Fornero”.
191 sono gli esodati coraggiosi che hanno partecipato attivamente alla denuncia; altri 73 invece sono starti soltanto sostenitori. Hanno firmato l’atto di citazione del risarcimento del danno morale da sofferenza e patema d’animo seguito dallo studio legale Alleva di Bologna. Sei mesi ci sono voluti per la raccolta del materiale che verrà man mano allegato nel procedimento civile durante le varie fasi.
Sono i comitati a spiegarci il perché del patema d’animo: “Il procedimento chiede il risarcimento del danno morale causato dalla gestione negligente, imperita ed assolutamente dilettantesca di questa riforma, che ha procurato un continuo allarme sociale e psicologico nei soggetti interessati dai provvedimenti in esame, mediante uno stillicidio di dichiarazioni e controdichiarazioni formali, ordini e contrordini, una vera e propria sequela di ‘docce gelate’ ininterrotta, durata mesi e mesi e fatta di promesse (poi mancate) che, nel loro insieme, hanno letteralmente demolito la tenuta nervosa degli attori. Vi sono state, addirittura, in questa triste vicenda della politica italiana, le finali pubbliche ammissioni di una ministra del lavoro che ha candidamente confessato di essersi sbagliata nel computo dei soggetti esodati”.
Sono loro stessi a raccontare l’inferno patito: una esigua parte di loro è stata sottoposta a vere e proprie lotterie nelle quali veniva estratto il diritto alla pensione; dovevano essere rispettate cavillose e capziose condizioni studiate a tavolino per escludere decine di migliaia di cittadini dal legittimo diritto alla pensione.
“Il senso della azione civile – ha dichiarato ancora Francesco Flore – è quello di richiedere il risarcimento del danno morale patito in questi lunghi mesi. Con questo atto intendiamo pertanto chiamare la ministra responsabile a rispondere, nella sede più adeguata, del suo grave operato contro decine di migliaia di famiglie italiane”.
  31 ottobre 2012 - Claudio Zarcone, padre di Norman - un giovane dottorando palermitano che si tolse la vita un paio di anni fa per protestare contro i “baroni” che si annidano negli Atenei italiani - ha denunciato alla Procura Lady Lacrima, al secolo il ministro Elsa Fornero.
Il ministro - che, come è noto, è un’anglofona (di qui il nostro appellativo Lady) - qualche giorno fa aveva dato del “choosy” (schizzinosi, difficili da accontentare) agli studenti che non accettano i lavori precari o più umili.
Il padre del giovane ha dichiarato “inconcepibile” e vergognoso che i governanti continuino ad usare termini offensivi verso i giovani alla ricerca di un lavoro.

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