1 agosto 2012

Trento - La segretaria truffa l'avvocato per cui lavora

L'avvocato ha chiesto alla sua impiegata con più anzianità di vedere lo statino della neo-segretaria,  con le presenze del suo ultimo mese. Dallo statino non risultava nessuna stranezza. La donna, che ha 43 anni e ha un contratto part-time, risultava presente tutti i giorni per cinque ore al giorno. L’avvocato, a quel punto, ha chiesto all’impiegata di firmare lo statino per certificare che quelle erano le sue presenze effettive al lavoro. La donna lo ha fatto.
L’avvocato, però, ha chiamato il suo commercialista e ha potuto constatare che l’impiegata, che curava personalmente la trasmissione dei fogli presenza al commercialista, inviava dati ben diversi. Dalle buste paghe della donna emergeva, infatti, una realtà ben diversa da quella che risultava all’avvocato. Negli ultimi sei mesi, c’erano in media due ore di straordinario al giorno e quattro trasferte a settimana. In soli sei mesi c’erano almeno 2.500 euro di straordinari, secondo l’avvocato tutti non dovuti.
Il legale così ha chiesto chiarimenti all’impiegata, ma la donna non gli ha risposto. Anzi, per tutta risposta si è messa in malattia, ma prima ha cercato di distruggere lo statino che aveva firmato. Poi, aveva iniziato a cancellare le cartelle relative alle presenze sul computer dello studio. A quel punto, l’avvocato l’ha allontanata. La donna, però, non si è rassegnata. E’ riuscita a entrare nel computer del lavoro da casa sua e ha cancellato tutte le cartelle. Non ha lasciato niente.
L’avvocato ha chiamato un tecnico specializzato per recuperare le cartelle cancellate. C’è voluta una settimana, ma alla fine è riuscito a recuperare tutto. Ma proprio tutto. Oltre alle cartelle mancanti, dal computer sono emersi anche numerosi filmati, oltre alla contabilità della ditta del marito dell’impiegata.
Ma la cosa strana erano soprattutto quei filmati così pesanti. Il tecnico chiamato dall’avvocato ne ha visionato uno e poi l’ha subito richiuso. Infatti mostravano l’impiegata in pose e atteggiamenti a dir poco osè. Dall’analisi degli altri programmi installati sul computer, che era in uso all’ufficio e a disposizione di tutti, è emerso che la donna condivideva quei filmati con altre persone. L’avvocato non ha neanche voluto vedere quei filmati. Però, ha subito presentato denuncia accusando la sua impiegata di truffa e accesso abusivo a sistemi informatici, visto che aveva cercato di cancellare i file da casa con un programma di accesso remoto.
L’avvocato si è rivolto al suo collega Ivan Alberti per seguire il caso. L’inchiesta è appena all’inizio. Per il momento, l’impiegata è in malattia e l’avvocato aspetta ancora spiegazioni da lei.
Nel frattempo, la donna si è rivolta ai sindacati che hanno subito scritto al legale lamentando una presunta violazione della privacy perché i filmati hard sarebbero stati aperti e visionati. L’avvocato ha risposto che si trovavano su un computer dello studio a disposizione di tutti che doveva essere usato solo per finalità di lavoro.
Adesso la questione, oltre al piano penale, avrà sicuramente dei risvolti civilistici, visto che il rapporto di lavoro tra lo studio legale e l’impiegata sembra ormai agli sgoccioli e ci saranno sicure controversie.

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