25 agosto 2012

Ferrara - Avvocatessa falsifica documenti per pratiche d'immigrazione

I documenti che aveva presentato per il ricongiungimento di una minore cinese erano falsi, erano fotocopie e non hanno tratto in inganno i funzionari dello Sportello Unico per l’immigrazione della prefettura di Ferrara che con un escamotage, assieme agli agenti della squadra mobile, hanno arrestato un'avvocatessa di Verona, Rossana Cabianca, 52 anni, per falsificazione di atti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Non è del resto la prima volta che l’avvocatessa veronese finisce nei guai: era già stata arrestata a Verona (e posta agli arresti domiciliari per gli stessi reati). Addirittura, è emerso che a Verona i suoi complici erano pubblici funzionari e professionisti e che le false residenze dei cinesi venivano registrate nei 5 immobili che la donna possiede. A Ferrara ha tentato di piazzare documenti per conto di una cittadina cinese: del resto è specializzata in pratiche per cittadini asiatici. Lei e il fratello, secondo gli inquirenti, erano un punto di riferimento per tutti i cittadini che chiedono di essere regolarizzati e dagli atti emergono pratiche per Trento, Vicenza, Padova, Treviso, Mantova, Modena, Prato, Milano, Bologna e Rovigo. Insomma mezzo Nord Italia. Le tariffe andavano dai 1.500 euro per un visto di ingresso per lavoro, 3.000 euro per un permesso di soggiorno, fino a 6/10mila euro per le pratiche di ricongiungimento familiare. Proprio una di queste pratiche l’hanno messa nei guai qui a Ferrara.
Giovedì scorso, l’avvocatessa si era presentata allo Sportello Unico Immigrazione con la procura speciale di una donna cinese, che chiedeva di far venire in Italia la figlia minorenne, presentando documenti di una signora di Copparo che aveva dato disponibilità ad ospitarla e alloggiarla (la signora era del tutto ignara di questa pratica, anche se in passato aveva dato disponibilità per altre pratiche). Solo l’intuito e il buon occhio dei funzionari dell’ufficio ha permesso di evidenziare subito alla prima lettura che negli atti, in realtà solo fotocopie, le firme mancavano, alcune erano non simili, e dunque vi erano forti sospetti che si trattasse di falsi.
Con un escamotage gli addetti dell’ufficio hanno preso tempo, riferendo al legale di ripresentarsi poco dopo con altri documenti, mentre nel frattempo erano stati avvisati gli ispettori della squadra mobile che hanno arrestato l’avvocatessa, mentre il pm di turno ne ha convalidato l’arresto e poi disposto la liberazione.
Ora gli atti di Ferrara sono stati trasmessi a Verona, affinché si valutino provvedimenti alla luce della possibile reiterazione: pur sospesa nella sua attività di legale, può presentarsi in qualsiasi ufficio, e tentare di piazzare i documenti falsi.

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