4 maggio 2012

Pavia - Oltre alla falsa cieca, altre due impiegate dell'ASL procuravano pensioni a falsi invalidi

14 gennaio 2012 - Al suo posto di lavoro era sempre puntuale, precisa ed efficiente. E soprattutto ci vedeva benissimo. Per l'Inps invece si era inventata una cecità totale che le fruttava discreti rimborsi. Poi era riuscita a istruire false pratiche pure per la madre (fatta risultare cieca anche lei), per il figlio e per una lunga serie di amici e conoscenti.
Creava invalidità dal nulla, in cambio di una parte dei soldi che i finti disabili poi ricevevano. I casi accertati sarebbero 135. La truffa all'Inps si aggira sul milione e mezzo di euro. Ancora tutto da chiarire il meccanismo ideato da un'impiegata dell'Asl di Pavia, dislocata una decina di anni fa alla azienda sanitaria dalla Prefettura pavese, per truffare l'Inps.
E' stata arrestata stamattina a casa sua, a Torre d'Isola, pochi chilometri di distanza dal capoluogo. Da alcuni giorni la donna, Guiduccia Massolini, 51 anni, era in malattia. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Pavia, coordinati dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pavia, Gustavo Cioppa, andavano avanti da oltre un anno e le continue incursioni all'Asl non le erano sfuggite. Probabilmente aveva capito cosa stavano cercando. Gli accertamenti sono ancora in corso e verranno sentite almeno 400 persone, tra possibili sospettati di aver approfittato delle sue pratiche truffaldine e pubblici ufficiali che potrebbero averla agevolata.
Nei confronti della dipendente, qualifica assistente amministrativo, l'accusa è di corruzione e truffa. Pare comunque che all'Asl facesse tutto da sola. Dal 2002 lavorava al piano terra della moderna struttura in via Indipendenza, dove ci sono gli sportelli e gli ambulatori per le Fragilità e le Invalidità Civili. Guiduccia, una biondina determinata e risoluta, non era a contatto con il pubblico, sbrigava le pratiche successive.
Controllava i documenti, incrociava richieste e valutazioni mediche, poi inseriva i dati per l'ok ai rimborsi e li inviava all'Inps per i pagamenti. Così deve aver capito che non sarebbe stato poi tanto difficile attribuire invalidità inesistenti a persone reali. Un genere di truffa già sperimentato in passato e che le era valsa una condanna nel 2009. Ma allora il raggiro era stato stato di minore gravità (pare avesse fatto ottenere un'indennità maggiorata alla madre), al punto che aveva continuato tranquillamente a lavorare.
Per 8 anni è rimasta dell'ufficio Invalidi, fino a quando nel novembre del 2010, Massolini si è spostata al 4/o piano, a lavorare al Bac (Badget, Acquisti e Controlli), un settore puramente amministrativo. Ma intanto aveva perfezionato un discreto numero di finte pratiche. "Un' attività truffaldina ampiamente consolidata - hanno detto oggi gli inquirenti - I casi oggetto dell'indagine si sarebbero verificati dal 2005 al 2011 in concorso con altre persone e grazie ovviamente anche alla compiacenza di svariati cittadini ben felici di diventare oggetto di rimborsi, percepiti ingiustamente". Ovviamente Guiduccia non agiva solo per aiutare il prossimo: secondo le indagini dai finti invalidi riceveva dal 50 al 70% delle somme erogate.

10 aprile 2012 - Ha tentato di vendere la sua casa che rischia di finire confiscata, ma è intervenuta la Procura regionale della Corte dei conti che ha bloccato l'affare con un sequestro conservativo per quasi 300mila euro impedendo che l'immobile fosse distratto dagli esiti di una possibile condanna penale, alla quale si aggiunge ora anche un procedimento contabile.
Guiduccia Massolini, la 51enne dipendente dell'Asl di Pavia attualmente agli arresti domiciliari con l'accusa di aver truffato l'Inps facendo ottenere pensioni e sussidi di invalidità a persone che non ne avevano alcun diritto, dovrà ora rinunciare a far vedere l'appartamento ai possibili acquirenti.

LA TRUFFA - Arrestata su richiesta della Procura della Repubblica di Pavia nel gennaio scorso, la donna è accusata di essere la «regista» di una megatruffa dalla quale avrebbe intascato cifre considerevoli. Avrebbe istruito cioè pratiche di rimborso per indennità di accompagnamento o per malattie inesistenti. Secondo l'accusa, la sua non era certamente un'opera di beneficenza, seppure illegale, perché si trattava di una vera e propria azione criminale che ha drenato centinaia di migliaia di euro dalle casse dell'Inps, cifre che sono state sottratte a chi aveva davvero bisogno di un aiuto economico. La donna, infatti, avrebbe «stretto accordi illeciti con i numerosi beneficiari» di pensioni di invalidità o di sussidi di accompagnamento i cui nomi venivano inseriti nei terminali della Asl (che verifica le invalidità per conto dell'Inps) e con i quali «spartirsi il conseguente profitto illecito».

IL SEQUESTRO - A suo carico, scrivono i giudici della Corte dei Conti che hanno autorizzato il sequestro chiesto dal sostituto procuratore generale di Milano Adriano Gribaudo, ci sono «diversi e gravissimi fatti illeciti». Una prima stima del danno diretto causato all'erario è di 241mila 565,52 euro, interessi e rivalutazione monetaria esclusi, per ottenere i quali i giudici contabili potranno aggredire il patrimonio della dipendente della Asl di Pavia compreso «qualsiasi credito, stipendio, indennità o somma» e arretrati che la funzionaria ha percepito o percepirà dall'ente o «ogni altro titolo finanziario esistente» e deposito sui suoi conti correnti personali. Questi ultimi, però sono stati trovati praticamente a secco.

ARRESTI DOMICILIARI - Dopo l'arresto, Guiduccia Massolini ha collaborato con gli inquirenti pavesi ammettendo gli addebiti, tanto che su richiesta della Procura a febbraio il gip le ha concesso gli arresti domiciliari nella sua abitazione nella frazione Ca De' Vecchi di Torre d'Isola (Pavia). È la stessa casa che l'impiegata aveva intenzione di vendere. Lo aveva dichiarato lei stessa, chiedendo al Gip di autorizzare l'ingresso di alcuni soggetti «seriamente interessati alla potenziale compravendita» che volevano visionare la casa e il box annesso.

LA CASA - Una mossa che ha fatto scattare l'allarme dei magistrati della Procura della Corte dei conti che sono intervenuti d'urgenza con la richiesta di sequestro conservativo per bloccare quello che hanno «provato» essere un «tentativo di vendita» e conseguentemente «di distrazione della casa di proprietà». Il valore della casa è stato stimato dai magistrati in massimo 135mila euro che, comunque, non sarebbero sufficienti a coprire i danni ipotizzati. A carico di Guiduccia Massolino c'è anche un altro debito. Si tratta di 44.916,75 euro che deve versare dopo aver patteggiato nel 2010 per un'altra truffa ai danni dell' Inps. In quel caso si trattava di un affare di famiglia: «L'indebita corresponsione dell'assegno di cecità a favore della madre». Con gli interessi, in tutto fanno 296.719,68 euro.


4 maggio 2012 - Quando lo scorso 13 gennaio Guiduccia Massolini, la 50enne impiegata dell' Asl di Pavia accusata di avere istruito false pratiche di invalidità civile per fare ottenere le indennità per sé o la propria rete di amici fu arrestata, confidò ai carabinieri: «Non sono l'unica responsabile della maxi truffa all' Inps».
E dopo mesi di attività investigativa, le indagini, coordinate dal procuratore Gustavo Cioppa e dal sostituto Paolo Mazza, hanno avuto un nuovo clamoroso sviluppo. In manette sono finiti altri tre dipendenti dell'azienda sanitaria locale: Raffaella Barbieri, 45 anni, di San Genesio; Mauro Moroni, 50 anni, di Bereguardo; e Maria Grazia Cotroneo, 43 anni, di Milano. Sono tutti accusati di truffa aggravata e continuata in concorso ai danni dell' Inps.
L'indagine, che dura da più di un anno, ha consentito di accertare centinaia di casi di frode per un danno all'erario di oltre un milione di euro. I quattro dipendenti dell'Asl avrebbero istruito pratiche fittizie di rimborso di ratei maturati e non riscossi per l'indennità d' accompagnamento di invalidi civili in vita e deceduti. Dalle persone beneficiarie degli ingiustificati compensi i quattro si facevano poi corrispondere in cambio una percentuale delle somme ricevute dall'Inps (dal 50 al 70%). Un'attività svolta in concorso dai responsabili, dal 2005 al 2011. Raffaella Barbieri, per esempio, avrebbe ottenuto in una sola rata da 23mila euro un'indennità di accompagnamento e istruito pratiche a favore della sua parrucchiera piuttosto che del proprietario e di due dipendenti del negozio di articoli sportivi da lei frequentato.
L'Asl di Pavia, che ha nominato nei mesi scorsi una commissione ispettiva, ha già revocato ben 25 indennità di accompagnamento irregolari. «Sapevamo dell'indagine a cui abbiamo fornito ampia collaborazione - ammette il direttore generale dell'Asl di Pavia Alessandro Mauri - e crediamo finalmente tutti i contorni della vicenda siano stati chiariti. Dopo aver licenziato, nel frattempo, Guiduccia Massolini, avevamo già preso provvedimenti disciplinari per quanto stava emergendo nei confronti di una delle impiegate arrestate (Barbieri, ndr) e valuteremo ora nuove misure, sia per lei che per gli altri due dipendenti».

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