27 gennaio 2012

Neviano (LE) - Una 43enne continuava a riscuotere pensione della suocera morta da 8 anni

Ennesima truffa ai danni dell'Inps. E sempre col giochetto del parente deceduto ma che invece continuava a "vivere" grazie alla sua pensione, che andava a finire nelle tasche, questa volta, della moglie del figlio. E per ben otto anni, la nuora dell'anziana, una 43enne di Neviano, ha continuato a percepire indebitamente la pensione della defunta accumulando circa 55mila euro. Ma il tranello è stato scoperta dai militari della guardia di finanza della compagnia di Gallipoli. La donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato
L'indagine è partita dagli accertamenti effettuati dalle fiamme gialle presso la sede provinciale dell'Inps (gestione ex-Inpdap) di Lecce, finalizzati alla tutela della spesa pubblica e delle uscite di bilancio. E proprio durante questi specifici controlli i militari hanno identificato la 43enne, che percepiva, per conto della suocera, defunta dalla fine del 2003, una prestazione pensionistica regolarmente erogata dall'ente previdenziale mediante accredito su un libretto acceso presso l'ufficio postale di Galatone.
Dopo aver visionato i documenti e gli atti contenuti nel fascicolo dell'allora Inpdap, i finanzieri non hanno riscontrato la presenza di alcuna comunicazione attinente al decesso dell'anziana, per esempio la domanda di reversibilità della pensione. E così, i militari hanno scoperto che sul libretto postale on line erano state mensilmente accreditate le somme riconducibili alla pensione erogata a favore della defunta. Ma gli accertamenti non si sono fermati qui. I finanzieri sono andati a guardare le pratiche anche presso la filiale delle Poste di Lecce delle Poste, proprio per verificare se lì vi fosse l'uso improprio del libretto. Così è emerso che l'unica persona delegata ad operare su quel libretto, da ottobre 2003, risultava essere proprio la nuora della donna deceduta. I finanzieri sono poi ritornati nell'ufficio postale di Galatone, dove hanno proceduto al sequestro penale del libretto postale on-line.

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