19 gennaio 2012

Messina - La preside usa il bidello come autista

Condannata per truffa aggravata ai danni dello Stato, la dirigente scolastica resta inchiodata al posto di lavoro. Intoccabile. Gli insegnanti che hanno collaborato alle indagini e testimoniato al processo, devono chiedere invece il trasferimento ad altra sede.
Tre mesi fa, il Tribunale di Messina ha condannato a dieci mesi e 400 euro di multa Anna Maria Gammeri, preside del Liceo “Felice Bisazza” (reato condonato per l’applicazione dell’indulto). Secondo l’accusa, “con più azioni esecutive di medesimo disegno criminoso” e “con artifizi e raggiri” avrebbe consentito che il collaboratore scolastico Nicola Gennaro (condannato contestualmente a sette mesi e 300 euro di multa) “fuoriuscisse dal luogo di lavoro, senza avere chiesto ed ottenuto alcun atto autorizzativo e senza essere in congedo”.
A seguito di un esposto anonimo, nel 2005 i militari della Guardia di finanza avevano pedinato il Gennaro durante le sue uscite da scuola: l’uomo, con la propria auto, faceva da autista alla dirigente, accompagnandola da casa a scuola e da scuola a casa. In un’occasione, i militari accertarono perfino la consegna di buste della spesa, mentre una docente riferì di aver notato una mattina la Gammeri “accompagnata dal Gennaro in una profumeria del centro di Messina”.
Secondo il giudice monocratico del Tribunale di Messina, Bruno Sagone, “è emersa una situazione di sostanziale sviamento dei poteri e delle funzioni da parte del Gennaro, a ciò determinato dalla Gammeri; ed in particolare come quel vincolo fiduciario, dalla stessa addotto a fondamento dell’individuazione del Gennaro quale ausiliario deputato ai servizi esterni, trasmodasse di fatto in un sostanziale asservimento del primo alle esigenze personali della seconda”. In altri termini, “molteplici risconti dimostrano che la permanenza di Gennaro all’esterno dell’istituto, lungi dal trovare giustificazione nell’espletamento dei servizi affidati, si dovesse piuttosto all’esigenza di curare prevalentemente (se non esclusivamente) gli interessi personali propri della dirigente scolastica, secondo una prassi non circoscritta ai tre episodi acclarati dai servizi di appostamento della polizia giudiziaria, se non addirittura pressoché costante nel tempo”.
Il Tribunale di Messina ha infine stigmatizzato la “fidelizzazione del dipendente mediante la conferma annuale negli incarichi con retribuzione aggiuntiva”. Il collaboratore scolastico avrebbe così conseguito un “ingiusto profitto” a danno della pubblica amministrazione.
Dal nuovo anno, ministero e organi periferici dell’Istruzione dovrebbero essere al corrente della condanna della dottoressa Gammeri e del collaboratore Gennaro. Ad oggi, però, non è stato preso alcun provvedimento nei loro confronti. Il sindacato della Gilda-insegnanti aveva inutilmente richiesto nel febbraio 2007 la “sospensione cautelare” dei due dipendenti rinviati a giudizio. In una nota, l’allora ministro Fioroni aveva fatto sapere che “il direttore regionale ha disposto accertamenti in relazione alla natura dei fatti contestati alla dirigente”.
Fatti ora provati processualmente, ma nessuno ordina perlomeno il loro trasferimento d’ufficio ad altra sede. Hanno invece dovuto chiedere il trasferimento in altre scuole i sei insegnanti e il collaboratore scolastico che hanno deposto come testi al processo.
Una di loro, rappresentante sindacale della Gilda, dopo aver ricevuto dalla dirigente cinque contestazioni di addebito con relative sanzioni disciplinari (attualmente in discussione davanti al Giudice del lavoro), si è dovuta rivolgere all’Ufficio Scolastico Regionale per essere utilizzata “eccezionalmente” negli ultimi due anni in un altro istituto di Messina “per l’impossibilità a svolgere serenamente e proficuamente la propria attività di docente”.
Secondo i delegati sindacali FLC Cgil e Gilda del “Felice Bisazza”, il clima all’interno dell’istituto era divenuto “intollerabile” ed “invivibile”.

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