31 maggio 2012

Romano d'Ezzelino (VC) - La sindaco condannata per tentata concussione politica

7 dicembre 2011 - Rossella Olivo, sindaco (Pdl) di Romano d’Ezzelino, è stata condannata a un anno e 4 mesi di reclusione e interdetta dai pubblici uffici per la stessa durata di tempo. Era sul banco degli imputati con l’accusa di tentata concussione politica per aver, nel 2006, intimato all’allora capogruppo consigliare Gianpaolo Lorenzato di dimettersi dopo che era stato denunciato da un cittadino per abusi edilizi.

31 maggio 2012 - Rossella Olivo, commerciante 48enne, Pdl provenienza Lega, ha nel suo passato qualche pesante guaio con la giustizia.
Il sindaco Rossella Olivo è stata condannata in primo grado per tentata concussione in concorso con il suo consigliere Giuseppe Saretta (che adesso siede ancora in consiglio). La vittima è un ex compagno partito della Olivi: si chiama Gianpaolo Lorenzato, giovane piccolo imprenditore ex compagno di partito della Olivi e ora suo ‘nemico pubblico numero uno’.
Lorenzato si è ricandidato alle ultime amministrative e avrà e anche lui ha un posto in consiglio, con una nuova lista: “Mi batto per la legalità e mi oppongo all’idea che un sindaco condannato per tentata concussione possa decidere le sorti del mio paese, il reato per cui è stata condannata è incompatibile con il suo ruolo di sindaco”, dice Lorenzato. E’ proprio lui ad aver trascinato in tribunale il sindaco Olivi oltre sei anni fa.
Nel 2006 il consigliere ex amico della Olivi denunciò sindaco e un consigliere per le continue minacce che subiva. In quel periodo lui era diventato l’ago della bilancia delle decisioni in Consiglio, e non gli piaceva la piega presa dalla gunta, come quella di vendere il municipio ad una banca. Apriti cielo. La Olivi lo prende di mira. “Ti roviniamo la vita” gli dicono lei e il consigliere Saretta, con la minaccia di presentare un dossier su presunti abusi edilizi di Lorenzato (un capanno per gli attrezzi in giardino). Lui capisce subito l’aria che tira e comincia a registrare tutto. I nastri vanno a dibattimento. E così tutti possono sentire il tenore delle minacce che gli sono state rivolte.
Il ricatto è semplice: o stai dalla nostre parte o riveliamo qualcosa di ‘pesante’ sul tuo conto. E che cos’ha di ‘pesante’ Lorenzato da nascondere? un paio di capanni per gli attrezzi nel suo giardino, quello è il presunto abuso edilizio usato come arma dai due politici di maggioranza. Olivi e Saretta dicono a Lorenzato che sono disposti a chiudere un occhio se lui la smette di mettergli i bastoni fra le ruote.
Lui non ci sta e parte la raffica di minacce, che coinvolgono anche la famiglia del consigliere ‘ribelle’.
Io so a cosa vai incontro, (…) sono cose veramente gravi, è un macchina che non la fermi più, ne esci distrutto tu e la tua famiglia, è una valanga che prende dentro te, tua moglie, i tuoi figli (Olivi).
Lorenzato la accusa di avere un comportamento mafioso. Lei risponde “te ne vai a testa alta, secondo te è un ricatto (…) ma non hai alcuna conseguenza, oppure vai avanti, ed è un vortice, ti fai male!”.
Denuncia, rinvio a giudizio e processo. Il 28 febbraio 2012 arriva la sentenza: sindaco Olivi e consigliere Giuseppe Saretta vengono condannati per tentata concussione in concorso, un anno e quattro mesi lei e un anno lui.
Nel dispositivo il presidente del collegio Monica Maria Attanasio dispone l’interdizione dai pubblici uffici per entrambi. Nelle motivazioni i giudici dicono chiaramente che l’obiettivo di Olivo e Saretta è “sbarazzarsi di un consigliere comunale scomodo e infido perchè non allineato con la maggioranza”.

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