17 novembre 2011

Cisliano (MI) - 52mila euro versati dai genitori per la refezione dei bambini finiscono nelle tasche della commerciante

I genitori pagavano regolarmente i buoni mensa per il servizio di refezione scolastica, ma i loro soldi nelle casse del Comune non arrivavano affatto perché se li teneva la commerciante incaricata di raccoglierli.
È il caso di Renata Pezza, 50 anni, una negoziante di Cisliano, che nella sede giudiziaria di Vigevano è stata condannata a due anni di carcere per peculato. La donna è stata inoltre condannata a risarcire al Comune 60 mila euro, nonché al pagamento delle spese legali, pari a 2 mila euro.
Le indagini sono partite nel 2008, quando il Comune di Cisliano si è accorto che qualcosa non andava nel sistema allora in uso per il pagamento del servizio di refezione scolastica. Nel bilancio comunale, infatti, alla voce entrate risultavano mancare all’appello diverse migliaia di euro, ovvero i soldi dei buoni mensa che i genitori degli alunni che usufruivano del servizio pagavano al negozio “Sapori e natura”, che era convenzionato col Comune per la riscossione.
Renata Pezza era amministratrice unica del negozio, nonché incaricata di pubblico servizio: riscuotere per conto del Comune i soldi della refezione scolastica, con l’obbligo naturalmente di versarglieli.
Il Comune non ha mai ricevuto la bellezza di 52 mila 756 euro.

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