20 settembre 2011

Vicenza - Magistrata va in barca a vela mentre è in malattia: ma La Casta la protegge

Presentava un certificato medico dove si denunciava lombalgia e depressione. E andava in barca a vela in giro per il mondo. La fannullona, giudice a Vicenza, è Cecilia Carreri, che invece delle aule del tribunale dove lavorava frequentava così i mari tra Francia e Brasile. L'inchiesta penale a suo carico per falso e truffa è stata archiviata. E la condanna è davvero soft: una multa di poco più di 6mila euro da risarcire alla collettività.
In pratica, la sentenza della Corte dei Conti ha stabilito che la magistrata dovrà rinunciare a un mese di stipendio. La vicenda, raccontata dalla "Stampa", risale al 2005, quando la Carreri, che a Vicenza faceva il gip, aveva chiesto congedi per malattia per dieci mesi e mezzo. I certificati medici da lei presentati parlavano di "lombartrosi spiccata con discopatie multiple. Malattia invalidante per il lavoro", a cui si aggiungevano "stato depressivo, disturbi del sonno e cefalea ricorrente". Questa situazione di salute precaria la metteva nella necessità di costanti cure mediche e trattamenti riabilitativi.
Ma la vera "cura" era veleggiare in mare, tra Francia e Brasile. La giudice ha addirittura avuto il coraggio di dichiarare che questa "attività ludica faceva parte di un percorso di recupero della potenzialità personale e di verifica delle capacità di autostima". Proprio quelle regate le avrebbero consentito il recupero.
La tesi è stata negata dal presidente del tribunale di Vicenza, che sottolinea come "la regata richiedeva un'adeguata e prolungata preparazione, svolta durante l'aspettativa per malattia", e dal presidente della Corte d'Appello. Insomma, la signora Cecilia Carreri non è riuscita a convincere nessuno.
Ma nonostante questo, e nonostante la condanna "per aver approfittato della patologia per effettuareimprese sportive anche di livelli estremi", con la Cassazione che ha respinto il ricorso della Carreri, la condanna è ridicola. Il risarcimento fissato è di appena 6.714,28 euro, di cui 5.755.10 di stipendio indebito e 959,18 per disservizio al sistema-giustizia.

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