14 giugno 2011

Pojana Maggiore (VI) - "Il marocchino mi voleva violentare": inventato di sana pianta

Una ventenne, per nascondere alla madre la lite col fidanzato e i segni di un morso che ne sono derivati, ha inventato di essere stata vittima di un tentativo di stupro accusando del fatto un nordafricano e fornendo ai carabinieri una descrizione del tutto inventata del presunto aggressore. Falsità che costeranno alla giovane una denuncia per procurato allarme.
Erano le 2 di notte quando alla centrale dei carabinieri è arrivata la concitata richiesta d’aiuto di una ragazza che asseriva di essere stata aggredita e di trovarsi non lontano da casa in località Cagnano. Sul posto si sono precipitate le pattuglie di Noventa Vicentina che hanno chiesto l’intervento anche del nucleo investigativo di Vicenza. La giovane impiegata, residente a Pojana Maggiore, ha riferito ai carabinieri di essere stata avvicinata da un nordafricano con maglietta rossa e scarpe bianche che l’aveva strattonata e gettata a terra con l’intento di stuprarla.
La prova dell’accaduto era il segno di un morso sull’avambraccio della ragazza che, resistendo all’aggressione, aveva messo in fuga il malintenzionato scappato in sella ad una bicicletta. La 20enne non aveva ancora terminato il suo racconto che già erano state inviate pattuglie alla ricerca dell’aggressore.
Quanto denunciato dalla ragazza però non convinceva del tutto gli investigatori: alcune incongruenze e incertezze nel racconto, le modalità con cui si sarebbe svolta l’aggressione, e il fatto che di quell’uomo malgrado l’immediato intervento non c’era traccia. Le ricerche sono comunque continuate fino a ieri ma l’impiegata è stata convocata in caserma e interrogata alla ricerca di dettagli che potessero o fornire una pista investigativa o confermare il sospetto che stava nascendo nei carabinieri che la giovane nascondesse qualcosa. Alle domande dei carabinieri la ragazza ha risposto con molta incertezza, e, sotto pressione, ha confessato di aver inventato tutto.
Voleva giustificare il ritardo a casa e nascondere ai genitori che aveva litigato col fidanzato. Discussione che si era conclusa con quel visibile segno di morso sull’avambraccio. Una menzogna che le costerà una denuncia per procurato allarme.

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