27 giugno 2011

Perugia - 6 anni alla cancelliera che rubò oro e droga dall'ufficio

1° aprile 2010 - Oltre a monili d'oro del valore di 70 mila euro, la donna avrebbe nascosto anche fascicoli processuali per smaltire l'arretrato di lavoro
Le indagini a carico della 41enne cancelliera del Tribunale di Perugia, accusata di aver “mangiato il formaggio che doveva custodire”, sono giunte ad una svolta e la donna è stata arrestata.
Secondo l’accusa sarebbero oltre dieci chili i monili in oro, frutto di sequestri operati dagli organismi di polizia giudiziaria, sottratti dalla donna e dalla cui vendita avrebbe potuto ricavare circa 70 mila euro.
Per la donna, in servizio presso il tribunale stesso dal 2001 come addetto all'ufficio corpi di reato e alla segreteria del gip, vengono ipotizzati i reati di peculato e falso.
Gli accertamenti erano partiti il 24 marzo scorso dopo il ritrovamento, di un sacco della spazzatura, vicino alla scala antincendio del tribunale, contenente alcuni fascicoli processuali e contenitori, vuoti, per corpi di reato di valore.
Nell’ufficio della cancelliera, anche qui nel cestino della spazzatura, sono stati trovati alcuni documenti giudiziari, cartellini dei corpi di reato e monili in oro..
Secondo gli investigatori l'attività illecita avrebbe avuto inzio tra il 2003 e il 2004 e, per evitare di essere scoperta, la donna - sempre secondo l'accusa - ha anche sostituito i monili veri con della bigiotteria. I preziosi sono stati quindi venduti e i carabinieri hanno accertato oltre un centinaio di transazioni con un negozio di «compro oro» del centro storico di Perugia della quale i carabinieri hanno esaminato i registri.
In merito ai fascicoli processuali occultati, la donna avrebbe spiegato di averlo fatto per la difficoltà di smaltire gli stessi legata agli adempimenti burocratici da svolgere.
La donna ha dichiarato di essersi impossessata dei gioielli spiegando di dovere fare fronte ai debiti della famiglia, anche in seguito alle difficoltà economiche dell'impresa del marito.
fonte

27 giugno 2011 - La storia è di quelle che segnò profondamente la cronaca giudiziaria perugina nello scorso 2010. Cristina Bigio, fino a quella mattina dell'aprile dello scorso anno, era riconosciuta come un'apprezzata cancelliera del Tribunale ed il suo arresto improvviso suscitò sgomento ed incredulità tra gli operatori del foro cittadino. L'accusa che portò all'arresto immediato su richiesta del pubblico ministero, che ne chiese la condanna a sei anni e mezzo di reclusione, questa mattina ha ricevuto una sostanziale conferma dal giudizio del GUP Alberto Avenoso, dopo che la stessa cancelliera aveva d'altronde già confermato gran parte dei capi d'imputazione. Cristina Bigio sottrasse oltre 10 chilogrammi d'oro dai suoi uffici di competenza per rivenderli nei negozi di acquisto e rivendita della città; ma non solo, alla cancelliera infedele è stata confermata la condanna per spaccio di un kg e 750 grammi di cocaina, accusa respinta dalla stessa e per la quale gli avvocati si aspettavano l'assoluzione. Così nelle carte finali la condanna a sei anni di reclusione è l'aggravio penale risultante da peculato, falso, calunnia e detenzione ai fini di spaccio. La donna aveva confessato solo la sottrazione dell'oro, motivandolo con ragioni di forte sofferenza economica.

vota su Diggita share su Facebook Twitter vota su OKNotizie