27 luglio 2010

Marcaria (MN) - Corsi-truffa con finanziamenti pubblici: condannata a restituire 250mila euro

Corsi e spese gonfiate per ottenere finanziamenti pubblici. La presidente dell'associazione Progetto, Terenzia Camattini, 62 anni, nata a Marcaria e residente a Porto, è stata condannata dalla Corte dei Conti a risarcire il Ministero del lavoro e della previdenza sociale e la Regione Lombardia per i danni patrimoniali causati nel corso di una vicenda - che ha avuto anche pesanti risvolti penali - che ha visto protagonisti oltre a lei anche il marito Giampaolo Rossetti, il figlio Mattia e un professionista mantovano, l'ingegner Domenico Apicella.
La famiglia era infatti finita a giudizio per truffa: aveva ottenuto cospicui finanziamenti sia regionali che statali di fronte a una documentata serie di spese per la gestione dei corsi di formazione con l'associazione Progetto, poi fallita, spese che in realtà non erano mai state sostenute. Ora secondo i calcoli della Corte dei Conti, la donna dovrà restituire 237mila 714 euro al Ministero del lavoro e della previdenza sociale e 12mila 743 euro alla Regione Lombardia. E la sentenza, a questo punto, è definitiva ed inappellabile. Sotto il faro delle indagini erano finiti un corso di gestione museale, finanziato dal ministero nel 1998 per oltre 700 milioni delle vecchie lire, un progetto di atelier orientation, finanziato per più o meno la stessa cifra e un progetto per operatrice di servizio, finanziato dal Pirellone per oltre 200 milioni di lire: in tutto un miliardo e 700 milioni di vecchie lire. Dichiarazioni contraffatte, fatture emesse per prestazioni non rese, rimborsi per spese di affitto locali non dovute, compensi a persone che non le avevano mai ricevute, materiali mai acquistati: questo il quadro in cui si sono mossi gli accertamenti che hanno rilevato un danno per l'erario di 320mila euro.
Terenzia Camattini, in concorso con il marito, era stata condannata in primo grado nel 2006 a sette mesi per il reato di falso in scrittura privata, e prosciolta dall'accusa di indebita percezione di erogazioni a danno dello stato perché i fatti contestati erano stati commessi prima dell'entrata in vigore della legge. La sentenza era stata impugnata sia dai coniugi che dal Pm. Il difensore dei Rossetti, l'avvocato Claudio Arria, voleva infatti dimostrare che le firme false non erano state apposte dai coniugi. Risultato: la Corte d'appello di Brescia nel giugno del 2007 li aveva condannati per truffa aggravata a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Anche contro questa sentenza la signora Camattini ha fatto ricorso in Cassazione. Ma intanto, la Procura regionale della Corte dei conti ha acquisito tutti i documenti delle indagini della Guardia di Finanza di Mantova, da cui risultavano tutti i rigonfiamenti dei conti. Corsi di formazione a distanza tenuti a Roma e a Firenze con chili e chili di cd, dispense e materiali multimediali, ad esempio: peccato che le dichiarazioni dei docenti avevano chiarito che i programmi didattici erano stati gestiti autonomamente dai singoli insegnanti e che ai corsisti non era stata distribuita alcuna attrezzatura.
Un'altra grossa somma figurava come compenso per il figlio Mattia, che avrebbe svolto un'attività di coordinamento didattico locale nella sede di Roma. Ma dalle indagini era risultato che non si era mai recato né a Roma né a Firenze, l'altra sede del corso del progetto Egemu. Altri soldi per la progettazione del corso: che in realtà era un copia e incolla di corsi precedenti, come hanno dichiarato diversi testimoni. Alcuni hanno addirittura negato di aver svolto attività lavorativa per i corsi, disconoscendo di aver sottoscritto la lettera di incarico dell'associazione Progetto.

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