30 giugno 2009

Pavia - Impiegata di banca fa firmare alla 80enne assegni per 700mila € e poi li incassa

aggiornamento del 21 febbraio 2013
La vicenda risale al 2009, quando la direzione generale del Banco di Desio presenta un esposto. Vengono segnalati movimenti sospetti sul conto di un’anziana cliente, da cui negli anni sono stati fatti prelievi consistenti. Da 700mila euro, ne sono rimasti circa 15mila.
Dalle verifiche emerge che l’anziana era stata seguita negli anni dalla dipendente Maria Eleonora Fugazza, che si occupava proprio dei clienti con i redditi più alti. I poliziotti della squadra mobile cominciano ad analizzare i flussi di denaro e si scopre che la maggior parte dei prelievi sono stati fatti tramite assegni firmati dall'anziana e incassati in contanti. Secondo l'accusa, dalla stessa impiegata di banca.
Per quei soldi – quasi 700mila euro – spariti dal conto di un’anziana di San Martino di 81 anni, il pubblico ministero Roberto Valli aveva chiesto 5 anni e 4 mesi di carcere.
Ieri mattina per Maria Eleonora Fugazza, ex impiegata di banca di 51 anni, di Corteolona, accusata di truffa e circonvenzione di incapace, è scattata la condanna, ma il gip Erminio Rizzi ha deciso di alleggerire la pena a 3 anni e mille euro di multa. La donna dovrà anche pagare 100mila euro di provvisionali complessive – in attesa di una quantificazione del danno più precisa in sede civile – alle due parti civili costituite nel processo.
L’anziana di 81 anni (nel frattempo deceduta), che si era vista il conto prosciugato, era rappresentata nel processo dall’avvocato Alessandra Stefano, che aveva chiesto un risarcimento di un milione di euro. La stessa richiesta era partita dall'avvocato Federica Quattri, che rappresenta gli interessi di altre due sorelle ultranovantenni costituite, allo stesso modo, parte civile. Anche queste due anziane - intestatarie anche di alcune polizze finite al centro delle indagini - avevano il conto nella filiale del banco di Desio di Pavia dove lavorava l'impiegata, poi licenziata.
Per la donna è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

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